top of page

Il Süleymaniye Hamam di Istanbul. Il piacere estremo dei sensi.

  • Immagine del redattore: The Introvert Traveler
    The Introvert Traveler
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 6 min
Süleymaniye Hamam, Istanbul

Ultima visita: giugno 2025

Genere: è uno dei pochi hamam di Istanbul dove sono ammesse le coppie

Mio voto: DA FARE

Durata: 90 minuti (100 minuti dall'arrivo all'uscita)

Prezzo: 85 euro a persona


Addormentarsi in auto mentre tuo padre guida e risvegliarti nel tuo letto.

Bere una birra ghiacciata dopo aver camminato tutto il giorno sotto al sole cocente.

Mangiare una salsiccia fresca spalmata su una fetta di pane toscano mentre si guarda il sole tramontare sopra a Siena.

Dare le indicazioni stradali sbagliate a un turista in cui avete riconosciuto il vostro vecchio professore di matematica.

Ritrovare una banconota da 100 euro in un paio di pantaloni inutilizzato da tempo.

Cancellare un appuntamento all’ultimo minuto e sentirsi immediatamente ringiovaniti di cinque anni.

Togliersi gli scarponi dopo una giornata di sci e infilare un paio di comode e calde sneakers.

Sentire il rumore della pioggia sul tetto mentre sei a letto, al caldo, e non hai niente da fare.

Apprendere che il collega che detesti con tutta l'anima si trasferirà tra una settimana.

Sedersi nella propria poltrona con una borsa di libri nuovi, sfogliarli, affondarvi il naso inebriandosi dell'odore di carta e colla.

Fare finta di non vedere un conoscente in strada. E poi realizzare che anche lui ha fatto lo stesso. Simmetria, fratellanza, civiltà.

Cantare a squarciagola una canzone che hai ascoltato 1000 volte mentre sei solo in auto.

Lasciare una scatoletta di aringhe aperta, ben nascosta, sopra a un armadio di un albergo dove siete stati trattati a pesci in faccia.

E mi limito alle cose che si possono fare senza togliere i pantaloni.


Non saprei dire esattamente dove, ma fare un bagno turco al Süleymaniye Hamam, si colloca lì, molto in alto tra i grandi piaceri della vita. Il Süleymaniye Hamam non è un semplice bagno turco. È un delirio orientale. È un'estasi di carne e calore.


Süleymaniye Hamam, Istanbul

Appena varcata la soglia dell’ingresso, nel cuore dell’Istanbul più imperiale, vieni accolto con quella cortesia che solo un popolo che ha passato secoli a costruire imperi e a fare il bagno in cupole d’oro può elargire con la naturalezza di chi ti serve un tè alla menta mentre ti chiama "pasha".

Dopo aver suonato a una porta relativamente anonima una graziosa ragazza vi accoglie e vi conduce nell'avvolgente atrio dell'hamam, dove tutto, dai divani ai tappeti, evoca l'esperienza di benessere orientale che ci si aspetta quando si entra in un hamam di Istanbul. Guardando negli occhi del personale che ti accoglie con fare servizievole capisci che loro sanno quello che devono fare, che dentro sei una melanzana disidratata. E loro sono lì per friggerti nell’olio santo del benessere.


Lo spogliatoio riservato: inizia l’orgia del relax nell'Hamam di Istanbul

L'esperienza inizia lasciando le scarpe all'ingresso. Poi si sale per una ripida scala apparentemente studiata per selezionare la clientela: i meno agili subito all'ortopedia, i più abili ammessi al benessere supremo.

Ti assegnano una stanza privata dove ti viene offerta una chiave, un pestemal (il panno che ti avvolge con più dignità di quanto tu ne abbia mai avuto nella vita) e la possibilità di spogliarti di ogni residuo di civiltà moderna. Tutti i tuoi beni terreni resteranno qui dentro al sicuro per tutta la durata del bagno, dove porterete solo le vostre flaccide membra e la chiave del vostro spogliatoio.


Süleymaniye Hamam, Istanbul

Fase uno: il riscaldamento nel calidarium – ovvero l’anticamera del paradiso

Ridiscesa senza incidenti l'ostile scala che porta dagli spogliatoi all'atrio, si viene invitati ad affrontare la seconda prova: indossare dei piccoli zoccoli in legno, piuttosto dolorosi, ma sopratutto concepiti per essere del tutto inadatti alla deambulazione su pavimenti di legno bagnati. Solo chi supera anche questa prova può finalmente accedere al rito.

Entrare nella camera calda è come essere accolti nell’abbraccio caldo e un po’ umido di Allah in persona. Il marmo bianco ti avvolge, la luce filtra da piccole finestre circolari come stelle in un cielo di pietra, e il tuo corpo comincia a sudare tutti i peccati commessi da quando avete consumato il primo kebab della vostra vita.

L'ambiente è, direi, ottagonale (la mente si abbandona quasi subito all'oblio e non è propensa a speculazioni geometriche, per cui non garantisco sulla ottogonalità o esagonalità della struttura); su ogni lato si estendono altri piccoli vani riservati alle abluzioni (mi sembra che i vani siano quattro, ma a questo punto la mia mente non è tanto propensa neanche al computo elementare ma giurerei che le stanze fossero più di due e meno di quindici); lo sguardo vaga accarezzando i marmi, i mattoni, le linee essenziali di questa camera che ha attraversato la storia. Ti guardi intorno e provi a immaginare il grande Solimano, in questi stessi ambienti, seduto esattamente dove ora giacciono le tue natiche, intento a rigenerare le proprie membra mentre progetta l'invasione di Vienna.

Ti siedi sul marmo, sussulti nel trovarlo inaspettatamente caldo, al punto di farlo percepire anche come morbido; chiudi gli occhi, e il tempo collassa.

La prima fase dura mezz'ora, ma è un tempo dilatato, di totale rilassamento; la temperatura è elevata, ma non soffocante e sì, potresti stare lì ancora a lungo, mentre i tellak, i massaggiatori, si prendono cura degli ospiti che vi precedono nelle camere laterali.


Süleymaniye Hamam, Istanbul

Fase due: il lavaggio – ovvero la resurrezione tramite l’uomo sapone

Poi finalmente arriva il momento del piacere estremo. Gli ospiti precedenti vengono accompagnati verso l'uscita e nuovi tellak subentrano per dedicarsi a te.

Vieni accomodato a sederti sul pavimento, a lato di un lavandino da cui sgorga incessantemente acqua; il tellak ne colma una bacinella e te la rovescia vigorosamente addosso; esiti per un istante, nel timore che l'acqua sia troppo fredda, ma la temperatura è perfetta, calda, ma non bollente, né tiepida; esattamente quello che ci vuole dopo un'ora di calidarium. Il trattamento viene ripetutto più volte e ha l'effetto di un vigoroso massaggio.

Giusto quando stai entrando nella disposizione d'animo in cui saresti disposto a sorvolare anche su chi cerca di superarti nella fila all'ufficio postale, inizia lo scrub. Il tellak, con mani sapienti, ti invita a distendere prima un arto, poi l'altro e con un guanto ruvido libera il tuo derma da ogni nequizia reale o virtuale. Il massaggio procede per qualche minuto e vorresti chiedere una proroga, quando si passa alla pratica successiva: l'aspersione di schiuma.

Su invito del tellak ci si sdraia su una lastra calda (di fatto un lettino, ma di marmo); il tellak immerge un grande sacco (di lino? Anche la mia selettività tessile vacilla a questo punto) in una vasca di acqua saponata e facendolo scorrere rapidamente all'interno del palmo della mano chiuso genera una vaporosa nuvola di schiuma che, dopo più passaggi, vi ricopre integralmente. E' come essere immersi in cascate di latte di sirena, bufere di candore. Per quanto lieve e impalpabile questa nuvola sembra avere una propria tenue gravità, o forse è la schiuma che dissolvendosi a poco a poco trasmette calore attraverso la pelle, ma dopo il massaggio vigoroso delle secchiate d'acqua ora sembra di essere massaggiati da dita di fata.

E mentre sei lì, immerso in un oblìo oleoso e frizzante, comincia il massaggio vero e proprio; ma questa volta a massaggiarti sono le dita di una fata ma un muezzin sotto steroidi. Ogni centimetro del tuo corpo viene lavorato, modellato, stropicciato, lucidato, redento. Le vertebre si riallineano, le ginocchia ringiovaniscono, gli adipociti si plasmano in nuove inedite forme.

Terminato il massaggio, si torna al punto di partenza, seduti sul pavimento a lato del lavabo. Il tellak ti versa secchiate d’acqua come se volesse cancellare i tuoi traumi infantili. E ci riesce. Ti senti leggero, puro, quasi quasi pronto a vivere una nuova vita sotto una nuova costituzione. Ogni getto è una benedizione. Ogni goccia, un haiku di freschezza. Ti alzi con la sensazione di lievitare.


Süleymaniye Hamam, Istanbul

Fase tre: il tepidarium

Raggiunta l'estasi, giunge purtroppo l'ora di risvegliarsi. Si percorre con passo claudicante sugli zoccoli inadatti il breve tratto di marmo madido che porta al tepidarium dove, sapientemente rivestiti di pestemal, ci si siede per un ulteriore mezz'ora sorseggiando una bevanda a scelta e riflettendo su quanto sia effimero il piacere.


Conclusione: Solimano, prendimi con te

Il Süleymaniye Hamam è un bagno turco progettato nel 1557 da Mimar Sinan per il suo sultano, e sì, anche per te, misero occidentale aduso a docce da 3 minuti e deodoranti senza alcol. È l’esperienza sensoriale definitiva. È il luogo dove il corpo incontra la poesia. Dove l’anima si sciacqua la coscienza e le scaglie di pelle morta.

Se Dio ha un day spa, è probabilmente questa.







Comments


Iscriviti qui per ricevere i miei ultimi post

Grazie per l'invio!

© 2021 di The IntroverTraveler.com

  • Instagram
  • Facebook
  • Pinterest Icon sociale
bottom of page