VIP One Lounge JFK: Un Portale Spazio-Temporale Verso l’Imbarco
- The Introvert Traveler
- 17 gen
- Tempo di lettura: 4 min
Il concetto di spazio e tempo ha ossessionato filosofi e scienziati per secoli. Da Kant, che sosteneva che fossero mere forme della nostra percezione, fino a Einstein, che li ha intrecciati in un continuum quadridimensionale, la nostra comprensione della realtà si fonda su una lotta costante per dominare queste due coordinate. E poi ci sono i tunnel spazio-temporali, ipotetici passaggi che, se esistessero, permetterebbero di viaggiare tra due punti dell’universo in un batter di ciglia; sono i wormhole, resi famosi da Christopher Nolan in Interstellar.
L'esistenza dei wormhole è discussa dagli studiosi di fisca teorica ma io, nei miei viaggi, ne ho trovato uno: il VIP One Lounge dell’aeroporto JFK.
Ora, non lasciatevi ingannare dal nome. Quando si parla di lounge aeroportuali, l’immaginario collettivo evoca immagini di ambienti ovattati, poltrone di pelle, champagne a fiumi e buffet che farebbero impallidire un banchetto imperiale. Il VIP One Lounge del JFK, invece, è più un concetto astratto che un vero e proprio salotto esclusivo. La sua esistenza è giustificata da una sola funzione: consentire ai fortunati che lo attraversano di saltare la fila ai controlli di sicurezza. Sì, c'è la possibilità di farsi servire un pasto, anche se piuttosto modesto rispetto ad altri lounge, ma se si guarda la realtà con spirito critico il VIP One ha una sola funzione. Solo una piccola porta e il sogno di una vita: evitare la coda.
Dove Si Trova il Vip One Lounge e Come Accedervi
Il VIP One Lounge è situato nel Terminal 1 del JFK, un terminal che si distingue per il caos sovrano e le interminabili file ai controlli di sicurezza; la posizione esatta è sul lato landside, dietro ai banconi E ed F, accanto ai controlli TSA.
Per accedere a questa meraviglia dell’ingegneria del privilegio, bisogna semplicemente prenotare online o presentarsi direttamente all’ingresso, pagare una cifra relativamente modesta e varcare la soglia della dimensione parallela.
Se poi siete titolari di una carta American Express Gold o Platinum non c'è neanche da pagare l'ingresso.
Non serve molto quindi per violare il continuum spazio temporale. Solo poco denaro e la consapevolezza che si può sempre comprare un passaggio più agevole nella vita, purché si sappia dove cercarlo.
L’Esperienza VIP One al JFK: L’Anticamera del Teletrasporto
Entrare nel VIP One Lounge è un’esperienza che si potrebbe definire "minimalista". L’ambiente è piccolo, spartano, con qualche poltroncina scomoda e un’aria che sa di attesa forzata. Nessuno è realmente qui per rilassarsi. Gli avventori guardano l’orologio con impazienza, sapendo che l’unica ragione della loro presenza è la promessa di un balzo quantico oltre la muraglia umana che blocca l’accesso ai controlli.
Diversamente dalla maggior parte dei lounge aeroportuali, il VIP One si risolve in due stanze piuttosto anguste e fané; la sala d'attesa vera e propria e la sala da pranzo; è tutto qui.


La fruizione di questo lounge non consiste in ore trascorse nell'agio, godendo di comfort superiori a quelli disponibili nelle aree comuni di qualsiasi aeroporto. Qui, il momento clou arriva quando l’addetta del lounge – una sacerdotessa dell’escamotage aeroportuale – con fare solenne si avvicina e, con piglio liturgico, vi invita a seguirla. Si attraversa l'ingresso del lounge e si arriva di fronte a una porta modesta, e poi, con la teatralità di un mago che svela il trucco finale, la signora apre il varco. Dietro quella piccola porta si cela il Nirvana: l’ingresso diretto ai controlli di sicurezza, bypassando l’interminabile serpentina di viaggiatori affranti.
Il Momento del Grande Passaggio
Varcare quella soglia è un’esperienza quasi mistica. Da un lato, la fila sterminata di passeggeri comuni, stanchi, stressati, sudati, che si chiedono perché abbiano deciso di viaggiare proprio oggi. Dall’altro, voi, che uscite dal nulla come un’ombra nel vento e vi trovate improvvisamente in pole position, pronti a passare il controllo senza aver dovuto condividere l’agonia dell’attesa con il resto dell’umanità.
Gli sguardi degli altri passeggeri sono un mix di curiosità, indignazione e ammirazione. "Ma chi diavolo sono questi? Diplomatici? Rock star? Membri di un ordine segreto?" No, semplicemente persone che hanno scoperto che con qualche click e un modesto esborso si può evitare un’ora di fila. Alcuni vi guardano con odio, altri con rassegnazione, altri con indifferenza.
Il Privilegio o il Semplice Sapersi Organizzare?
Il VIP One Lounge è l’esempio perfetto di come il concetto di privilegio sia spesso più una questione di informazione che di reale status sociale. Saltare la fila non è un diritto acquisito da nascita o per meriti straordinari, ma una piccola astuzia accessibile a chiunque abbia voglia di fare una ricerca su Google. Se un beneficio è in vendita a chiunque voglia pagarlo, è ancora un privilegio? O è solo il modo in cui il mondo moderno premia i più avveduti?
In un’epoca in cui tutto è monetizzabile, il vero lusso non è più l’accesso esclusivo, ma la conoscenza dei trucchi per rendere il viaggio meno stressante. Il VIP One Lounge non è una sala d’attesa dorata per l’élite, ma piuttosto un tunnel spazio-temporale per chi ha deciso che il tempo, almeno in aeroporto, vale più di qualche spicciolo. E alla fine, non è forse questa la definizione più pratica di intelligenza applicata?
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