
Ultima Visita: dicembre 2024
Mio giudizio: 10/10
Per chi: per tutti gli amanti della musica jazz
Prezzo: 56 dollari a testa più la consumazione
Se c'è un luogo a New York che incarna l'anima del jazz, quello è il Birdland. Situato nel cuore pulsante di Manhattan, questo storico jazz club ha ospitato alcune delle più grandi leggende del genere, da Charlie Parker a John Coltrane. Oggi, tra le esibizioni più affascinanti che si possono ascoltare sul suo palco, spicca quella di Vince Giordano and the Nighthawks, un'orchestra che riesce a riportare in vita il suono della jazz age con una fedeltà e un'energia straordinarie.

Il Birdland: un locale storico per la musica jazz
Il Birdland è uno dei jazz club più leggendari di New York e un pilastro nella storia della musica jazz. Fondato nel 1949 da Morris Levy, il locale prese il nome dal soprannome di Charlie "Bird" Parker, uno dei più influenti sassofonisti della storia del jazz. Situato originariamente sulla 52ª Strada, nel cuore della scena jazzistica dell’epoca, il Birdland divenne rapidamente un punto di riferimento per i più grandi musicisti del XX secolo. La canzone "Lullaby of Birdland", un vero e proprio cavallo di battaglia del repertorio di Ella Fitzgerald, è ispirata al locale e fu scritta quando Morris Levy, proprietario del Birdland, chiese al pianista e compositore George Shearing di scrivere un brano come sigla per il programma radiofonico del club.
Durante i suoi primi anni, il Birdland ospitò alcune delle performance più iconiche della storia del jazz. Il palco del club vide esibirsi artisti del calibro di Dizzy Gillespie, Miles Davis, Thelonious Monk, Art Blakey, Sarah Vaughan e John Coltrane. Fu proprio al Birdland che Coltrane registrò nel 1963 il leggendario "Live at Birdland", un album che cattura l'intensità e la profondità del suo stile innovativo.
Negli anni '50 e '60, il Birdland era noto per le sue "All-Star Sessions", serate in cui le stelle del jazz si alternavano sul palco, creando performance uniche e memorabili. Il club era un punto di incontro per musicisti, critici e appassionati, contribuendo a consolidare New York come la capitale mondiale del jazz.
Nel 1965, a causa di difficoltà finanziarie e del cambiamento dei gusti musicali, il Birdland chiuse i battenti. Tuttavia, la sua eredità non scomparve: nel 1986, il club venne riaperto in una nuova sede a Midtown Manhattan (per cui no, purtroppo assistendo a un concerto al Birdland non si calcano gli stessi pavimenti su cui si sono esibiti i giganti della storia del jazz), mantenendo vivo lo spirito della sua epoca d’oro. Da allora, continua a ospitare alcuni dei migliori musicisti jazz contemporanei, tra cui Vince Giordano and the Nighthawks, Wynton Marsalis e Pat Metheny.
L'Atmosfera del Birdland
Entrare al Birdland significa fare un salto indietro nel tempo. Il locale, con il suo arredamento classico e l'illuminazione soffusa, trasuda storia e passione per il jazz; scendere per la stretta scala che porta alla sala da concerto e vedere il nome iscritto sulla parete non può che scatenare un brivido sulla schiena di ogni appassionato di musica. Il pubblico è un mix perfetto di appassionati del genere, turisti in cerca di un'esperienza autentica e newyorkesi amanti della musica dal vivo. Il personale accoglie con un sorriso e, dopo aver preso posto, l'attesa per l'inizio del concerto è scandita dal tintinnio dei bicchieri e dal sommesso mormorio della sala.
Chi sono Vince Giordano and the Nighthawks?
Vince Giordano non è solo un musicista di talento, ma un vero e proprio custode della tradizione jazz. Con la sua orchestra, i Nighthawks, ripropone la musica degli anni '20 e '30 con un'autenticità impressionante. Giordano è noto non solo per la sua abilità con il basso tuba, il banjo e il contrabbasso, ma anche per il suo ruolo di storico e collezionista di spartiti d'epoca. La band ha guadagnato notorietà internazionale grazie alle sue performance in film e serie televisive come Boardwalk Empire, alcuni film di Woody Allen, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese dove la colonna sonora è stata curata proprio da Giordano.


Il Concerto: Un Viaggio nel Tempo
Quando Vince Giordano e la sua orchestra salgono sul palco, il pubblico sa di trovarsi di fronte a qualcosa di speciale. L'ensemble, composto da musicisti di straordinario talento, offre un repertorio che spazia dai classici di Duke Ellington a brani di autori come Fletcher Henderson e Paul Whiteman.
La performance è una celebrazione del jazz dell'epoca d'oro: le sonorità calde dei fiati, l'eleganza delle linee melodiche e il ritmo incalzante della sezione ritmica trasportano gli spettatori direttamente negli speakeasy degli anni '20. Il contrabbasso di Giordano tiene insieme l'intera orchestra, mentre gli assoli dei fiati si alternano in un dialogo vivace e coinvolgente. Vince Giordano e i componenti della band sono dei veri e propri entertainer; oltre a pregiare il pubblico con una straordinaria performance musicale che consente agli spettatori di rivivere di persona l'atmosfera di uno scatenato jazz club del periodo del proibizionismo, tra un pezzo e l'altro i musicisti intrattengono il pubblico con gag, motti di spirito e provocandosi l'un l'altro, rendendo ancor più piacevole e svagato uno spettacolo a cui sarebbe sufficiente la musica per accompagnare lo spettatore per tutta la serata senza un momento di noia o disattenzione.
Momenti Memorabili della Serata
Il repertorio eseguito dalla band varia di sera in sera. Il pezzo che mi ha emozionato di più è stato probabilmente "West End Blues", uno dei classici di punta del repertorio di Louis Armstrong con gli Hot Five.
Uno dei punti culminanti della serata è l'esecuzione di "Singin' the Blues", un brano reso celebre da Bix Beiderbecke. L'assolo di cornetta, eseguito con un lirismo incredibile, strappa applausi scroscianti dal pubblico. Un altro momento da brivido arriva con "Stompin' at the Savoy", che fa battere i piedi e schioccare le dita a tutta la sala. La scaletta prosegue con altri classici come "Honeysuckle Rose", "Puttin' on the Ritz" e molti altri classici del jazz, swing e dixieland dei primordi.
Ma il vero cuore pulsante della performance è Vince Giordano stesso: la sua passione per questa musica traspare in ogni nota, nel modo in cui guida la band e nelle sue interazioni con il pubblico; polistrumentista d'eccezione, Vince passa dal basso tuba, al contrabbasso, alla chitarra, dirigendo sempre la band con entusiasmo che traspare dalle sue espressioni e dai suoi sguardi; con aneddoti storici e un'energia contagiosa, trasforma ogni esibizione in una lezione di storia del jazz, senza mai risultare didattico o noioso.
Il servizio
La qualità del cibo è ovviamente secondaria rispetto all'esperienza del concerto; tuttavia il Birdland soprende con una cucina di una qualità inattesa: i calamari fritti erano ottimi, così come il seafood gumbo e anche il consumo dei cocktail non era stimolato solo dalla piacevolezza della serata e dalla consapevolezza di non dover guidare per tornare a casa...
Alternative al Birdland
Ovviamente New York è una città con una disponibilità inesauribile di jazz clubs. Oltre al Birdland è inevitabile citare almeno il Village Vanguard, almeno altrettanto famoso, e poi il Blue Note, lo Smalls Club, lo Smoke, il Cleopatra's Needle, l'Iridium ... sulla 53ma mi sono imbattuto in due locali giapponesi, dove non sono riuscito a entrare, ma che sembravano molto interessanti sia per la cucina che per la musica: il Tomi Jazz e il No Work Allowed, magari voi sarete più fortunati di me.
Cosa fare a New York. Perché Vedere Vince Giordano and the Nighthawks al Birdland
Se siete in cerca di cosa fare a New York, l'esperienza di un concerto al Birdland dovrebbe essere nella vostra lista.
Chiunque ami il jazz o sia semplicemente curioso di vivere una serata diversa a New York dovrebbe assistere almeno una volta a un concerto di Vince Giordano and the Nighthawks al Birdland. La loro capacità di ricreare le atmosfere dell'età del jazz con un'autenticità rara rende ogni spettacolo unico. Inoltre, il Birdland è il contesto perfetto per godere di questa esperienza: un locale storico che mantiene viva la tradizione del jazz nella città che più di ogni altra ha contribuito a definirlo.
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