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Ultima visita: Dicembre 2021
Mio giudizio: 7/10
Durata della visita: 2 ore
Perché: solo per gli amanti di Klimt e della Wiener Werkstatte
Vienna, capitale mitteleuropea della cultura e dell’arte, è una città che incanta con la sua eredità visiva e intellettuale. Tra i suoi musei, il MAK (Museum für angewandte Kunst) si distingue per la sua collezione di arti applicate, design e architettura. Tuttavia, è una meta da scegliere con discernimento: il visitatore occasionale potrebbe trovarlo meno coinvolgente rispetto alle più celebri istituzioni viennesi come il Kunsthistorisches Museum o il Belvedere. Il MAK si rivela invece un museo di sicuro interesse per chi ha dimestichezza con l'arte viennese, in particolare gli sviluppi del Modernismo e della Wiener Werkstätte e per gli appassionati di design industriale.
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I Cartoni di Gustav Klimt: L’Essenza del Genio Decorativo
Uno degli elementi più significativi della collezione del MAK è la serie di cartoni preparatori di Gustav Klimt per il Fregio di Stoclet. Commissionato dall’architetto Josef Hoffmann per il Palazzo Stoclet a Bruxelles, questo fregio rappresenta uno degli esempi più straordinari della fusione tra pittura, decorazione e architettura propria della Secessione Viennese. Il MAK conserva e espone questi cartoni, che permettono di cogliere l’elaborazione del linguaggio simbolico di Klimt, l’uso della linea sinuosa e dorata, e l’influenza dell’arte giapponese e bizantina.
La visione ravvicinata di questi disegni è un’occasione unica per studiare il processo creativo del maestro, la sua attenzione ai dettagli e la capacità di tradurre la bidimensionalità del disegno in un’opera d’arte totale. Chi apprezza Klimt per la sua pittura decorativa e le sue celebri dorature troverà in questi cartoni una prospettiva più intima e analitica della sua produzione, che permette di comprendere il ruolo del disegno nella progettazione decorativa.
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La Wiener Werkstätte: Il Design come Arte Totale
Un altro nucleo fondamentale del MAK è la collezione dedicata alla Wiener Werkstätte, il laboratorio di arti applicate fondato nel 1903 da Josef Hoffmann e Koloman Moser. Questo movimento rappresenta l’apogeo del modernismo viennese, unendo artigianato e innovazione per realizzare oggetti di uso quotidiano che fossero al contempo funzionali ed esteticamente raffinati.
Il MAK conserva un’ampia selezione di mobili, ceramiche, tessuti, gioielli e oggetti di design che testimoniano l’attenzione per la qualità dell’esecuzione e la ricerca di un’estetica coerente con il nuovo spirito del tempo. L’influenza dell’Art Nouveau è evidente, ma la Wiener Werkstätte si distingue per un rigore geometrico e un minimalismo che anticipano il razionalismo modernista.
Particolarmente degni di nota sono i mobili progettati da Hoffmann, caratterizzati da linee pulite e dalla riduzione ornamentale, e i tessuti di Dagobert Peche, che invece rivelano una predilezione per motivi più giocosi e decorativi. Per chi si occupa di storia del design, questa sezione del MAK è un archivio straordinario che testimonia il passaggio dall’ornamentazione simbolista a un linguaggio più essenziale, che influenzerà profondamente il design del XX secolo.
Il Mak di Vienna: Un Museo per Conoscitori, non per Turisti Occasionali
Nonostante la ricchezza delle sue collezioni, il MAK non è un museo che si adatta a tutti i visitatori. Chi si aspetta un’esposizione classica con opere immediatamente riconoscibili potrebbe restare deluso, poiché il museo è strutturato in modo da privilegiare un approccio più specialistico e analitico. La narrazione espositiva non è pensata per un pubblico generalista, ma per chi possiede già una conoscenza di base del Modernismo viennese e delle arti applicate.
Se il Belvedere offre il Klimt più noto e spettacolare, il MAK ne propone uno più intellettuale e progettuale; se il Leopold Museum immerge il visitatore nella pittura espressionista viennese, il MAK lo guida alla scoperta delle intersezioni tra arte e design che hanno caratterizzato la Secessione e la Wiener Werkstätte.
In definitiva, il MAK è una visita imprescindibile per gli amanti di Klimt, per chi conosce e chi desidera approfondire la dimensione progettuale e decorativa dell’arte viennese, per gli studiosi di design e per chi ama esplorare i rapporti tra arte, architettura e artigianato. Per il turista generico, invece, potrebbe risultare un’esperienza meno coinvolgente, priva dell’impatto emotivo immediato che si trova nei musei più iconici della città.
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