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Immagine del redattoreThe Introvert Traveler

Gli Assiri, il diving e il vuoto pneumatico della pelle di capra e dei cervelli

Aggiornamento: 2 ott




Ah, i social media: quel meraviglioso universo parallelo dove tutti siamo improvvisamente esperti di tutto. Abbiamo epidemiologi improvvisati, economisti da bar, virologi di Facebook, ingegneri nucleari che hanno studiato su Instagram e, ovviamente, i giornalisti investigativi che non hanno bisogno di più di un titolo clickbait per "scoprire la verità". Ma tra questi moderni eroi della società digitale, spicca una categoria in particolare: quelli che condividono notizie senza neanche far finta di verificarle. Perché sprecare cinque secondi per un veloce fact-check quando puoi, con un clic, far girare una bufala mondiale? Perché qualcuno dovrebbe porsi lo scrupolo etico di NON contribuire all'accrescimento dell'ignoranza globale? Scetticismo? Cosa?!


Che splendida abilità, non trovate? Non è da tutti. Ci vuole una particolare noncuranza, una predisposizione naturale all'accettazione incondizionata, quasi una forma d'arte nel dire “Sì, è vero, perché l'ho letto su Facebook”.


L’arte della superficialità: verificare è per i deboli.


Lo so, lo so, sono io che esagero. Perché dovresti sprecare tempo prezioso a verificare una notizia? Verificare è noioso, richiede uno sforzo mentale che potrebbe toglierti energie utili per il prossimo quiz su quale tipo di pizza rappresenta la tua personalità. E poi, chi ha bisogno di fonti affidabili quando c’è un meme che lo spiega in modo molto più divertente e conciso?


Prendiamo, ad esempio, quella notizia che periodicamente viene fuori su Facebook: "Gli Assiri sono stati i primi a fare immersioni subacquee". Segue immancabilmente l'immagine del bassorilievo di un guerriero assiro che, tra flutti stilizzati, flutta (è frai flutti, che cazzo dovrà fare se non fluttuare) respirando da un sacco pieno d'aria.



Ma ora io mio chiedo, Santissima Vergine degli Abissi. Sei iscritto a un gruppo di diving, si presume che tu abbia quanto meno fatto un corso Open Water e appreso qualche concetto base sull'assetto... ma come straminchia fai a pensare, non dico che uno stomaco di capra si possa portare sott'acqua pieno d'aria mantenendo la totale impermeabilità, ma solo che un guerriero assiro possa immergersi con un palloncino di un metro di lunghezza e attraversare l'Eufrate a nuoto senza mai emergere????


Il pericolo della ragione: perché fermarsi a pensare?


Pensare, riflettere, dubitare... tutte queste attività mentali rischiano di rallentare la tua reazione immediata sui social. Immagina lo scenario: ti arriva una notizia che dice “Il pianeta si sta surriscaldando perché le formiche complottano contro di noi”, ma tu, sciocco, ti fermi un secondo a chiederti se sia vero o no. Troppo tardi! Mentre tu fai funzionare quei neuroni, qualcun altro ha già condiviso il post, ottenendo decine di like e commenti di approvazione. Non puoi permetterti di perdere tutto questo.


E vogliamo parlare di Google? Ah, quel terribile strumento che ti costringe a leggere più di un link per capire se quello che hai visto su un sito di fake news è vero o meno. Ma chi te lo fa fare? È molto più semplice usare il metodo “condividi ora, chiedi domani”. E poi, a chi importa se hai diffuso un’enorme bufala? Tanto, se qualcuno ti farà notare che hai torto, potrai sempre rispondere con un bel “Eh, ma l’ho visto su Internet, quindi potrebbe essere vero!”


La vera tragedia del controllo delle fonti: togliere gusto alla condivisione.


Il bello di una notizia sensazionale è proprio la sua sensazionalità. Se ti metti lì a controllare se è vera o no, rischi di scoprire che non lo è. Noi viviamo nell'era della verità istantanea, dove il primo che grida più forte ha ragione.


E poi, c’è sempre l'argomento finale: “Ma tanto, se non fosse vero, perché qualcuno dovrebbe dirlo?” Eh già, perché mai su Internet dovrebbero esistere persone con secondi fini, truffatori, manipolatori, o addirittura troll che diffondono notizie false per divertimento o guadagno? No, su Internet c'è solo gente onesta che ha a cuore la tua salute mentale e fisica. È chiaro come il sole!


L’effetto valanga: benvenuti nell’epoca dell’ignoranza condivisa.


Il fenomeno delle notizie false che si propagano come un virus è un’autentica opera d’arte del nostro tempo. È quasi poetico come una singola bugia, lanciata nello spazio virtuale, si trasformi in una verità incontestabile grazie a centinaia di condivisioni. E non importa se è palesemente assurda: se abbastanza persone la condividono, allora diventa vera. Questo è il potere della condivisione sui social! Non è fantastico?


Ma dai, chi ha bisogno di prove quando puoi avere il conforto di una conferma del tuo bias?


Nell'età dell'informazione l'ignoranza è una scelta


Dicono che Donald Miller un giorno abbia detto "nell'età dell'informazione l'ignoranza sia una scelta"; non so se sia vero e non ho voglia di verificarlo, per cui lo condivido, così, gioiosamente a cazzo. Ma che l'abbia detto o no, cosa significa? Significa che ciascuno di noi circola con un oggettino di poche centinaia di grammi nelle tasche che dà accesso immediato a ogni informazione nella storia dell'umanità.

Ogni volta che si legge un'informazione, il nostro senso critico dovrebbe allertarci: "sarà vera o mi staranno prendendo per il culo?" e verificarla.

Umberto Eco diceva che l'uomo di cultura non è colui che conosce ogni informazione ma colui che, avendone la necessità, sa dove trovarla (questa l'ha detta veramente, non c'è bisogno che verifichiate).

E allora in due minuti, l'uomo di cultura troverebbe che il bassorilievo dell'assiro che galleggia come una deiezione assira non munita di palloncino si trova a Londra, al British Museum (dove si trovano più o meno tutte le antichità amovibili prodotte dall'umanità) nel palazzo Nord Ovest, sala B, pannello 11, cat. WA124541 e, come spiega il cartellino informativo, non rappresenta un guerriero che si immerge respirando da un sacco pieno d'aria, ma rappresenta un assiro che galleggia, respirando normalmente e rimpiendo d'aria il palloncino per continuare a galleggiare.



Per cui no: gli assiri non hanno inventato le immersioni subacquee.

Ma, come diceva il filantropo Joseph Goebbels: "ripeti mille volte una menzogna e diventerà vera" (No, non l'ha detta, ha detto "Die Engländer gehen nach dem Prinzip vor, wenn du lügst, dann lüge gründlich, und vor allem bleibe bei dem, was du gelogen hast! Sie bleiben also bei ihren Schwindeleien, selbst auf die Gefahr hin, sich damit lächerlich zu machen", ma anche questa cazzata a furia di ripeterla è diventata vera. Del resto Voltaire diceva che si sarebbe battuto fino alla morte per garantire a chiunque di dire delle cazzate. No, non l'ha mai detto neanche Voltaire, ma anche questa cazzata a furia di ripeterla è diventata vera), e non c'è da meravigliarsi se le teorie di Geobbels trovano una portentosa conferma nel dilagare dell'ignoranza sui social


Conclusione: viva l’ignoranza!


Alla fine della giornata, dobbiamo davvero chiederci: chi ha bisogno di pensare quando si può semplicemente cliccare “Condividi”? Pensare è sopravvalutato. Verificare è per quelli che hanno troppo tempo libero. E la verità? Beh, quella è solo un optional nell’epoca del digitale. Quindi, a tutti i condivisori seriali, i cavalieri dell’informazione non verificata: grazie. Grazie per averci ricordato che, nel mondo di oggi, la superficialità è una virtù, l’ignoranza è una benedizione, e la verifica dei fatti è solo un fastidioso ostacolo sulla via del divertimento.


Disclaimer: non mi importa nulla se con questo post passo per presuntuoso e saccente. Chiunque si senta offeso da questo post è il destinatario di questo post.

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