La giusta muta per le acque tropicali. Perche' dovreste valutare l'acquisto di una seconda muta da sub
- The Introvert Traveler
- 31 lug
- Tempo di lettura: 4 min

Se avete già letto i miei post su immersioni in località tropicali come il Mar Rosso, Raja Ampat o Cozumel, saprete che ho un debole per le acque calde, la visibilità perfetta e il brivido del drift diving. Ho anche affrontato in dettaglio il tema della corretta pesata, spiegando quanto sia importante trovare il giusto equilibrio tra galleggiabilità, comfort e sicurezza.
C’è però un aspetto collaterale di cui ancora non ho scritto, e che merita attenzione: la scelta della muta in relazione alla zavorra necessaria, soprattutto quando si pianificano immersioni in acque calde, come quelle delle più rinomate destinazioni subacquee al mondo, come appunto l'Indonesia, le Maldive o il Mar Rosso. In questi contesti la temperatura è spesso prossima ai 30 gradi, temperatura che, in mancanza di termoclino, si mantiene per tutta la durata dell'immersione, a qualsiasi profondità consentita nella subacquea ricreativa; in queste condizioni la classica muta "per tutte le stagioni", la 5mm, potrebbe non essere la scelta più adatta.
La soluzione ottimale può rivelarsi una muta umida da 3mm, oppure – per alcuni – una shorty; di seguito spiego perché valutare il possesso di due mute non è un capriccio consumistico.
Perché la muta sub da 3mm può fare la differenza
La muta da 3mm è spesso considerata la "via di mezzo intelligente" tra protezione termica e galleggiabilità. A differenza delle mute da 5 o 7mm, che introducono una significativa spinta positiva in acqua e richiedono quindi una zavorra aggiuntiva per compensare, la 3mm è più neutra, più sottile e quindi richiede meno piombo per ottenere un assetto corretto.
Meno neoprene = meno galleggiabilità = meno zavorra.
Semplice, ma rivoluzionario, soprattutto se consideriamo i vantaggi concreti di immergersi con la minore zavorra possibile:
I vantaggi di una zavorra leggera
Minore fatica: ogni chilo di piombo in più è un chilo da portarsi addosso, dentro e fuori dall’acqua. Ridurre la zavorra significa meno sforzo nel trasporto e nel vestizione. Sono molte le circostanze in cui ringrazierete di avere meno chili addosso, persino in una crociera subacquea dove si è assistiti da personale premuroso in ogni fase, dalla vestizione alla risalita sulla barca: il passaggio dalla nave al gommone con il mare mosso richiede agilità e avere qualche chilo addosso in meno può fare la differenza; nelle immersioni dalla barca la risalita dalla scaletta può comunque essere complicata, in particolare, ancora una volta, se c'è mare mosso, o se magari siete alla quarta immersione del giorno; per non parlare di un'immersione da una spiaggia di ciottoli!
Maggiore controllo dell’assetto: meno zavorra si traduce in maggior precisione nei movimenti, specialmente quando si nuota in orizzontale o si mantengono profondità costanti per la fotografia subacquea.
Risparmio d’aria: un assetto neutro e stabile comporta meno sforzo respiratorio, il che si riflette direttamente sul consumo della bombola: immersioni più lunghe e meno stress.
Sicurezza: con meno peso da compensare, la gestione delle emergenze diventa più semplice, sia in superficie che in risalita. Il rischio di risalite incontrollate per errori nella compensazione si riduce sensibilmente.
Minor impatto ambientale: con una zavorra eccessiva si tende ad aver minor controllo dell'assetto con il rischio di toccare il fondale o di urtare qualche corallo. Un assetto più leggero contribuisce a un comportamento più rispettoso dell’ambiente.
Una muta da 3 mm occupa anche meno spazio in valigia, impiega meno tempo ad asciugare prima di essere riposta in valigia (muta asciutta = minor peso da imbarcare) ed è più comoda nella vestizione, il che è particolarmente apprezzabile nelle crociere, dove mettere e togliere 4 volte al giorno la 5mm è l'unico vero fastidio di una crociera subacquea.
E la muta shorty? Tentazione leggera, ma con riserva
Alcuni subacquei più esperti – o semplicemente più inclini al minimalismo – scelgono di usare una muta shorty da 3mm, lasciando braccia e gambe completamente scoperte. I vantaggi sono evidenti:
Massima libertà di movimento
Velocità e praticità nella vestizione
Peso e ingombro ridottissimi in valigia
Meno galleggiabilità = meno zavorra
Tuttavia, bisogna anche considerare gli svantaggi, che non sono trascurabili:
Protezione termica limitata, soprattutto durante immersioni multiple in giornate ventilate o dopo lunghe permanenze in acqua.
Maggiore esposizione a punture, abrasioni e irritazioni (anellidi urticanti, idroidi, contatto con coralli o superfici metalliche ossidate).
Rischio di raffreddamento progressivo, anche in acque apparentemente "calde", se si effettuano più tuffi al giorno.
Per questo, la mia opinione è che la shorty vada bene solo in condizioni molto favorevoli, per immersioni singole in acque effettivamente calde (>28°C) e con superficie calma. In tutti gli altri casi, meglio preferire una muta lunga da 3mm, magari abbinata a una rash guard sotto per migliorare la protezione termica senza appesantire (solo se siete molto, molto freddolosi).
Una questione di filosofia (subacquea)
In fondo, immergersi è un esercizio di leggerezza e controllo. Il subacqueo che riesce a fare più con meno – meno peso, meno neoprene, meno sforzo – è anche quello che può concentrarsi meglio sull’ambiente che lo circonda, osservare, fotografare, esplorare.
Scegliere la muta giusta – e con essa la giusta zavorra – non è solo una questione tecnica, ma un modo di concepire il proprio stare sott’acqua. Ecco perché, se state organizzando immersioni in località temperate, pensateci bene: magari è arrivato il momento di inserire nel vostro arsenale anche una buona muta da 3mm; avere due mute nel guardaroba può sembrare una spesa inutile, o un capriccio consumistico, ma quando avrete provato una sola volta i benefici in termini di vestibilità e assetto di una 3 mm nelle calde acque tropicali non potrete fare altro che ammettere che la 5mm è il male necessario per le acque più fredde, ma che le immersioni in acque calde impongono una diversa configurazione.
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