
Ultima visita: gennaio 2025
Mio giudizio: 7/10
Durata della visita: dalle 10 alle 21
Il Metropolitan Museum of Art di New York, conosciuto semplicemente come Met, rappresenta una delle istituzioni museali più importanti al mondo. Fondato nel 1870, il museo si distingue per l’ampiezza delle sue collezioni, che spaziano dall’antichità classica fino all’arte moderna.
Questo post è il frutto di una mia visita al MET a gennaio 2025.
La prima conclusione a cui sono giunto nel pianificare la mia visita, confermata a posteriori, è che il MET è troppo, troppo grande, per poter pensare di visitarlo in un solo giorno; avendo un solo giorno a disposizione, quindi, ho studiato a fondo la collezione del museo facendo una selezione delle aree da visitare e di quelle che per me erano sacrificabili. Qui sotto propongo il percorso di visita che suggerisco, che ovviamente è condizionato dal mio gusto e dai miei interessi; non pretendo che il percorso che io ho selezionato sia valido per chiunque, ma suggerisco a chiunque visiti il MET avendo un solo giorno a disposizione di consultare la mappa del museo, le opere esposte e di arrivare al museo già con le idee chiare su cosa si vuole vedere e cosa si è disposti a trascurare.
Il primo suggerimento, che è quasi un obbligo, è di visitare il museo nelle giornate di venerdì o sabato, quando l'apertura è prolungata fino alle 21 (per lo meno alla data odierna); negli altri giorni la chiusura alle 17 impone una visita poco più che sommaria del museo.
Percorso suggerito al Metropolitan Museum
Nelle mappe qui sotto ho segnato in rosso le aree del MET che reputo di maggiore interesse, commentandole di seguito nel dettaglio.
In 11 ore di visita, comprese le soste per i pasti e qualche pausa per riposare le gambe, sono riuscito a visitare tutte le aree segnate e a fare anche un rapido passaggio nelle sezioni di arte medievale, asiatica e islamica; ho visitato molto rapidamente, all'inizio del percorso, la sezione greco-romana e quella egizia, per timore di non riuscire a completare la visita nell'arco di una sola giornata; a consuntivo direi che solo per visitare adeguatamente tutte le aree segnate in rosso sarebbero necessari due giorni, mentre è sufficiente una giornata intera se si attraversano rapidamente le sale meno appariscenti soffermandosi solo sulle opere di maggiore interesse.


La sezione greco-romana: la ricchezza della tradizione classica
Appena entrati al MET ritengo che sia naturale dirigersi o a sinistra o a destra, dove si trovano due delle aree di maggior rilievo, vale a dire la sezione greco-romana (a sinistra) e quella egizia (a destra).
L’arte dell’antichità classica trova al Met una rappresentazione articolata e di grande valore documentario. L’imponente collezione di sculture greche e romane offre un percorso attraverso l’evoluzione della forma plastica, dalla rigidità arcaica al naturalismo ellenistico. Tra le opere più significative spiccano le sculture funerarie attiche, che testimoniano la raffinata sensibilità estetica della Grecia classica, così come i ritratti romani in marmo, che rivelano la tensione tra idealizzazione e realismo tipica dell’epoca imperiale.


Uno degli elementi più interessanti della sezione è la collezione di vasi attici a figure nere e rosse, che permette di comprendere l’evoluzione stilistica e iconografica della ceramografia greca. Il repertorio decorativo, con scene mitologiche e narrazioni epiche, funge da testimonianza diretta della cultura e della religiosità del mondo antico. Particolarmente degno di nota è il cratere di Euphronios, un capolavoro della ceramica a figure rosse che illustra la maestria tecnica e la profondità narrativa degli artisti attici.
Tra i pezzi più straordinari della sezione greco-romana, il Carro di Monteleone si distingue come un vero capolavoro dell’arte etrusca. Questo raffinato carro del VI secolo a.C., decorato con rilievi in lamina di bronzo che raffigurano scene mitologiche, incarna l’abilità tecnica e la ricchezza simbolica della civiltà etrusca. Ogni dettaglio, dalle ruote finemente lavorate alle figure scolpite sulla cassa del carro, trasmette un senso di potenza e prestigio, rendendo questo reperto non solo un manufatto di straordinaria bellezza, ma anche una testimonianza della complessa cultura artistica e funeraria etrusca. La sua perfetta conservazione e l’eleganza delle sue decorazioni lo rendono una delle meraviglie più sorprendenti dell’intero Met.
Tra le altre opere che ritengo degne di nota della sezione greco romana segnalo il sarcofago romano con il trionfo di Dioniso, databile al II secolo D.C., di pregevolissima fattura.

Nel corridoio centrale della sezione greco romana è esposta anche una copia di pregio di un modello ricorrente nella statuaria romana, che ha il suo più celebre esemplare nella c.d. Venere Capitolina e nella c.d. Venere dei Medici esposta nella Tribuna degli Uffizi.
La copia attualmente esposta al MET è stata acquistata da un privato in un'asta di Sotheby's nel 2021 e sarà esposta in prestito al MET fino al 2028.
Come ho detto, ho dedicato relativamente poco tempo alla visita alla sezione greco romana, che pure espone alcune splendide opere; tuttavia, volendo visitare l'intero MET nell'arco di una giornata, ritengo che sia difficile dedicare più di un'ora alla sezione greco romana, il che impone di transitare rapidamente attraverso numerose sale , dedicandosi esclusivamente a poche opere, tra cui ritengo che quelle evidenziate siano alcune delle più rilevanti.
La sezione egizia: il dialogo tra archeologia e arte
L’arte egizia è una delle aree più rinomate del Met, sia per la qualità delle opere esposte che per il loro allestimento scenografico. Il percorso espositivo permette di osservare da vicino la continuità stilistica dell’arte egizia, che si mantenne sorprendentemente coerente per oltre tremila anni. La collezione di statuaria faraonica include alcuni esempi notevoli, tra cui la statua in diorite del faraone Senwosret III, espressione della solennità e del potere incarnato dai sovrani dell’Antico Regno.
Il cuore della sezione è senza dubbio il Tempio di Dendur, un tempio nubiano del I secolo a.C. interamente ricostruito all’interno di un’ampia sala con vetrate che si affacciano su Central Park. L’ambientazione, con la luce naturale che filtra dalle vetrate e si riflette sulle acque che circondano il tempio, è indubbiamente di grande impatto visivo, anche se la contemplazione di un intero tempio egizio impacchettato in carta regalo, spedito tramite Amazon con allegato biglietto di ringraziamento e rimontato nel bel mezzo di New York non può che suscitare più di una perplessità di carattere etico ed estetico nell'osservatore più attento.

Tra gli oggetti più significativi della collezione si trovano anche sarcofagi splendidamente decorati, stele funerarie dipinte e oggetti di uso quotidiano che permettono di comprendere il ruolo dell’arte nella vita quotidiana e nella concezione dell’aldilà. Il Met possiede inoltre una ricca selezione di papiri, tra cui alcuni frammenti del "Libro dei Morti", che offrono uno sguardo diretto sulla spiritualità e sulle credenze religiose dell’epoca.

Fra l'infinità di reperti e manufatti esposti, tra i quali è facile perdere l'attenzione, mi è caduto lo sguardo sul frammento di una statua femminile, di cui sono sopravvissuti solo il meno e la bocca; è curioso come la mutilazione di un'opera possa renderla più interessante e conforme al gusto di un'epoca, enfatizzandone un solo dettaglio e riducendola alla sintesi dell'opera stessa; chissà se alla Venere di Milo fischiano le orecchie.

Alla sezione egizia ho dedicato ancor meno tempo che alla sezione greco romana; non sono un conoscitore dell'arte egizia, per cui ho deciso di sacrificare sostanzialmente questa sezione, riservandole solo un rapido passaggio a causa del suo prestigio; per quelle che sono le mie competenze, e per il pochissimo tempo che vi ho dedicato, mi è sembrata, in temini assoluti, una delle sezioni migliori del museo. Il museo Egizio del Cairo è uno dei grandi musei che non ho ancora potuto visitare per cui al momento i miei termini di paragone sono il museo egizio di Torino, di cui non sono un grandissimo ammiratore (ritengo che si tratti di un museo che ha sicuramente un grande valore storico, che non sono in grado di valutare, ma che sul piano artistico abbia poco da offrire) e il British Museum. La mia sensazione è che la collezione del British Museum, forse più contenuta in termini di numero di opere esposte, spicchi per qualità in termini assoluti (penso ad alcune opere come ad esempio il Gatto Gayer-Anderson, che non mi sembrano trovare eguali al MET), ma mentre transitavo rapidamente attraverso i corridoi della sezione egizia ho colto con la coda dell'occhio numerose opere su cui avrei voluto avere il tempo di soffermarmi e probabilmente la sezione egizia è quella che ho sacrificato con maggiore rimpianto.
La galleria delle armi e delle armature: l’arte della guerra
Completata la visita alla sezione greco-romana e a quella egizia, suggerisco di spostarsi, sempre al primo piano, verso la sola 304 e poi di proseguire verso destra verso la galleria delle armi.
Partendo dalla sala 304 e proseguendo verso le sale 500 e successive, prima di raggiungere la Galleria delle Armi, troverete una serie di sale dedicate alle arti applicate in Italia, direi quasi esclusivamente del XVI secolo anche se potrei sbagliarmi; da bassorilievi di Antonio Rossellino e Mino da Fiesole, a bronzetti di Andrea Briosco e Pier Jacopo Alari Bonacolsi, dal Tavolo Farnese, a una presunta (con un po' di fantasia) opera giovanile di Michelangelo, troverete alcuni esempi del meglio che l'artigianato italiano del 1500 potesse offrire alle raffinate corti europee.
Tra queste opere figura anche lo "studiolo di Gubbio", uno studiolo in tarsie lignee realizzato su committenza di Federico da Montefeltro a imitazione del più famoso studiolo di Urbino; lo studiolo fu improvvidamente smontato dalla propria sede originale alla fine del XIX secolo e venduto sul mercato antiquario... e oggi si trova a New York. Come ho già detto riguardo al Tempio di Dendur, l'allestimento dello studiolo, riassemblato a due passi da Central Park per essere esposto come se si trovasse a Gubbio è un'operazione su cui non posso che nutrire più di una perplessità e poco importa se l'opera è stata legittimamente acquisita sul mercato antiquario; non è solo una questione di legittimità dell'appropriazione di opere che fanno parte del patrimonio culturale di altri Paesi ma anche di identità dell'istituzione museale: è naturale che il Rijksmuseum di Amsterdam esponga prevalentemente opere di autori fiamminghi, così come si va al Prado per vedere prevalentemente opere di Goya, Velazquez ed El Greco, o agli Uffizi per ammirare le opere di Botticelli, Leonardo e Michelangelo mentre con la coda dell'occhio il Ponte Vecchio entra nel campo visivo; vedere uno studiolo umbro mentre ci si trova a New York cosa significa? E' giusto?
Proseguendo nel percorso si accede alla collezione di armi e armature che espone, come le sale precedenti, alcuni magnifici esempi di arti applicate alla manifattura bellica, provenienti da ogni parte del mondo. L’esposizione comprende armature europee, giapponesi e islamiche, con esemplari di eccezionale fattura. Spiccano le armature da parata rinascimentali, finemente decorate con incisioni e dorature, che rivelano non solo la funzione difensiva ma anche l’aspetto estetico e simbolico di questi manufatti; riporto di seguito solo alcuni esempi di opere esposte in questa galleria che, ancora una volta, avrebbe richiesto maggior tempo di quello che ho potuto dedicarle.
La collezione Lehman: il gusto del collezionismo privato
Terminata la visita alla Galleria delle Armi, suggerisco di dirigersi verso la collezione Lehman, attraversando la sezione di arte medievale (che espone a sua volta numerose magnifiche opere, ma come ho detto, al MET bisogna fare delle scelte dolorose).
La collezione Lehman, donata da Robert Lehman, rappresenta un esempio di collezionismo privato di altissimo livello. La selezione di dipinti, sculture e oggetti decorativi include opere di Botticelli, El Greco e Ingres. Il percorso espositivo consente di cogliere l’evoluzione del gusto artistico tra Rinascimento e Ottocento, rivelando l’attenzione per la qualità e la rarità delle opere selezionate.
Questa sezione è relativamente piccola e si visita abbastanza rapidamente; tra le opere esposte segnalo un bel Rembrandt e un magnifico Carlo Crivelli, rinnovando il mio rammarico per non aver fatto il banchiere nella vita.
La sezione di arte moderna: innovazione e avanguardia
L'esplorazione del primo piano si completa con l'ala a sud ovest dell'edificio, dedicata all'arte moderna e contemporanea.
L’arte moderna e contemporanea trova una significativa rappresentazione al Met, con una collezione che copre i movimenti più innovativi del XX secolo. Il percorso espositivo include opere di Picasso, Braque e Matisse, che segnano la svolta del cubismo e del fauvismo, così come i lavori di Pollock e Rothko, che esemplificano la gestualità e l’introspezione cromatica dell’espressionismo astratto.
Un’attenzione particolare è dedicata alle avanguardie americane, con opere di artisti come Edward Hopper, la cui pittura malinconica cattura l’essenza della solitudine urbana, e Georgia O’Keeffe, con le sue iconiche rappresentazioni floreali di grande impatto visivo.
Avendo visitato il MOMA nei giorni precedenti, la sezione di arte moderna del MET non può che uscire soccombente dal confronto e sembra quasi piuttosto ispirata dalla necessità di completare la collezione con qualche grande nome del XX secolo; in linea di massima non credo che si entri al MET per vedere la sezione di arte moderna, e non suggerisco nemmeno di ometterla dall'itinerario, perché la collezione comprende comunque qualche opera eccellente e non si può sottovalutare una collezione che comprende tutti i grandi nomi del '900 da Picasso a Bacon, da Brancusi a Modigliani, da Boccioni a Schiele, ma non metterei questa parte della collezione fra gli episodi più emozionanti della mia visita (in particolare se si visita il MET all'indomani della visita al MOMA).

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