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Immagine del redattoreThe Introvert Traveler

Il quadro più bello del mondo... e il suo gemello

Aggiornamento: 27 set

Percorrendo il Ponte Vecchio, uscendo dal centro di Firenze e dirigendosi verso Palazzo Pitti, dopo poche decine di metri, sulla sinistra, si trova una piccola chiesa che potrebbe sfuggire al viaggiatore disattento; all'interno, altrettanto precluso alla vista, chiuso dentro a una cancellata e occultato nella penombra, vicinissimo eppure provvidenzialmente protetto dall'assalto del fiume di zombie dediti a scattarsi selfie per Instagram sul Ponte Vecchio, si nasconde il più bel dipinto del mondo: la Deposizione di Pontormo; questo prodigio della storia dell'arte ha un'opera gemella che si trova a poco più di un'ora di automobile, facilmente raggiungibile da chi volesse compiere in un giorno un viaggio attraverso la campagna toscana e la storia dell'arte: la Deposizione di Rosso Fiorentino a Volterra.


Pontormo e Rosso Fiorentino: Due Visioni del Sacro nella Pittura del Manierismo


Nel panorama dell'arte italiana del Cinquecento, due artisti emergono per il loro stile radicale e innovativo, destinato a rompere con la tradizione rinascimentale: Jacopo Carucci, detto il Pontormo (1494-1557), e Giovanni Battista di Jacopo, conosciuto come Rosso Fiorentino (1494-1540). Questi due artisti, pur condividendo lo stesso ambiente artistico fiorentino e alcune influenze comuni, svilupparono approcci radicalmente diversi alla pittura religiosa, particolarmente evidenti nelle loro versioni della Deposizione. Attraverso i colori vibranti e acidi di Pontormo e i volumi geometrici e frammentati di Rosso Fiorentino, il manierismo raggiunge il suo apice espressivo, sottolineando la complessità emotiva e spirituale dell'epoca.


Il Manierismo: Un'Arte in Bilico tra Tradizione e Innovazione


Per comprendere appieno le opere di Pontormo e Rosso Fiorentino, è necessario contestualizzarle all'interno del movimento manierista. Il Manierismo, che si sviluppa approssimativamente tra il 1520 e il 1600, rappresenta una fase di transizione tra il classicismo equilibrato e armonioso del Rinascimento e le esuberanze drammatiche del Barocco. Gli artisti manieristi si distaccano dalle regole codificate da maestri come Leonardo, Raffaello e Michelangelo, cercando nuove soluzioni formali ed espressive. È un'arte che riflette l'ansia e la tensione spirituale di un'epoca in cui la fede vacilla sotto i colpi della Riforma protestante e delle turbolenze politiche.


Il termine "manierismo" deriva dalla parola italiana "maniera", che implica un modo particolare di fare le cose, un'artificiosità consapevole. Gli artisti manieristi non cercano più di rappresentare la natura in modo ideale, ma piuttosto di esagerarne le forme, giocando con proporzioni, colori e prospettive per creare un senso di inquietudine, e talvolta di sublime astrazione. È un'arte che sfida l'osservatore, che richiede interpretazione e partecipazione attiva.


Pontormo: Colori Acidi e Tensione Emotiva


La Deposizione di Jacopo Pontormo, realizzata tra il 1526 e il 1528 per la Cappella Capponi nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, è una delle opere più emblematiche del manierismo. Questa pala d'altare sembra fluttuare in una dimensione sospesa, fuori dal tempo e dallo spazio. La scena, priva di croce, rappresenta il corpo di Cristo che viene sollevato o deposto da un gruppo di figure angeliche e umane, ma l'interpretazione resta volutamente ambigua.


Ciò che colpisce immediatamente l'osservatore è l'uso dei colori. Pontormo abbandona la tavolozza naturalistica del Rinascimento per abbracciare tonalità vibranti e innaturali: i rosa pallidi, i verdi acidi, i celesti intensi e i gialli brillanti sembrano brillare su uno sfondo quasi irreale. Questo uso coraggioso e innovativo del colore ha lo scopo di accentuare l'aspetto emotivo della scena, creando una tensione visiva che riflette l'angoscia spirituale dei protagonisti. È come se le figure fossero immerse in una luce ultraterrena, che le rende eteree e distaccate dalla realtà fisica.


Le figure stesse, allungate e sinuose, sembrano ondeggiare in uno spazio indefinito. L'assenza di una solida base prospettica e l'uso di pose serpentine e contorte suggeriscono una dimensione spirituale e onirica. Gli sguardi delle figure, spesso vuoti o distanti, amplificano un senso di isolamento emotivo e alienazione. Maria, con il suo volto esangue e il corpo affranto, sembra sprofondare in uno stato di dolore mistico, quasi irreale.


E' un'opera che potrei guardare per ore, colma di dettagli insoliti: la tonalità impalpabile dell'insolita maglietta rosa indossata dal ragazzo che, reggendo il corpo di Cristo come se dovesse farsi carico di tutte le sofferenze del mondo, si volge verso l'osservatore con un'aria vagamente colpevole; la cura profusa nel rappresentare i riccioli rossi che coprono a stento la stempiatura e il naso schiacciato da pugile solletica la curiosità mentre l'occhio si perde a inseguire gli abbinamenti dei colori, dal rosa della maglietta, alla pesca del mantello, al ciano del fazzoletto che copre la nuca del ragazzo.

Ma il vero prodigio è il Cristo; anche qui, si fa appena in tempo a essere incuriositi dall'originalità dei lineamenti (è forse il primo e unico Cristo con i capelli rossi della storia dell'arte?) che si viene colti dall'empatia verso l'uomo emaciato ed esausto che, con tutta la gravità possibile, si abbandona alla presa dei suoi depositori. E' un dipinto prodigioso per la maestria tecnica, l'originalità estetica e la narrazione drammatica.


Pontormo, con la sua personalità introversa e spesso inquieta, sembra riversare nelle sue opere la sua lotta interiore. Si dice che l'artista fosse un uomo tormentato, spesso preda di melanconie e ossessioni, che viveva in un isolamento quasi ascetico. Questa introspezione psicologica si riflette nelle sue composizioni, dove il pathos delle figure trasmette una profondità emotiva che va oltre il semplice racconto evangelico. Il risultato è un'opera che sfida le aspettative dell'arte religiosa tradizionale, immergendo lo spettatore in un mondo di intensa spiritualità e tormento interiore.


Rosso Fiorentino: Volumi Geometrici e Dramma Strutturale


E' inevitabile confrontare la Deposizione di Pontormo con quella di Rosso Fiorentino, l'altro grande esponente del manierismo fiorentino che di Pontormo fu compagno di bottega, sodale e antagonista.

Se Pontormo crea un mondo sospeso e onirico attraverso il colore e l'evanescenza delle forme, Rosso Fiorentino offre una visione diametralmente opposta, caratterizzata da una struttura geometrica e una tensione fisica intensa. Nella sua Deposizione, realizzata nel 1521 per la chiesa di San Lorenzo a Volterra, Rosso abbandona la delicatezza del Rinascimento per un approccio più radicale e drammatico.



L'opera di Rosso è dominata da una costruzione rigorosa e frammentata. Le figure, disposte su diversi piani spaziali, sono trattate come blocchi scultorei, con pose rigide, quasi meccaniche, dai lineamente spigolosi. Le linee nette e spezzate, insieme ai volumi massicci e geometrici, conferiscono alla scena un senso di drammaticità fisica che contrasta con la fluidità emotiva di Pontormo.

Il corpo di Cristo, al centro della composizione, è rigido, quasi meccanico, e il movimento dei personaggi che lo circondano appare coreografato, come se fossero marionette guidate da una forza esterna. Anche in questo caso, l'immagine di Cristo cattura lo sguardo e sconvolge; quello sul suo volto è un sorriso, oppure il ghigno di un cadavere, contratto e deturpato (con tutte le implicazioni teologiche della questione)?

Il colore, in Rosso Fiorentino, non è meno importante che in Pontormo, ma viene utilizzato in modo diverso. I toni sono più terrosi e cupi, con rossi intensi, marroni profondi e gialli ocra, che danno alla scena un'atmosfera drammatica e cupa. Mentre Pontormo usa i colori per creare una dimensione spirituale, Rosso li utilizza per accentuare il dramma fisico e la violenza emotiva della scena.




Confronto tra Pontormo e Rosso Fiorentino


Pontormo e Rosso Fiorentino, nonostante abbiano condiviso una formazione comune nella bottega di Andrea del Sarto e abbiano respirato la stessa aria culturale della Firenze del primo Cinquecento, si dirigono verso esiti stilistici completamente diversi. Il manierismo di Pontormo è tutto giocato sull'espressione interiore, sul colore come strumento di introspezione e sulla figura umana come veicolo di emozioni complesse e ambigue. In Pontormo, la spiritualità è astratta, eterea, quasi aliena.


Rosso Fiorentino, invece, esplora il manierismo da una prospettiva più strutturale e drammatica. Le sue figure, pur mantenendo una forte tensione emotiva, sono trattate come volumi geometrici e il loro movimento è scandito da un ritmo visivo rigoroso. In Rosso, il dramma si esprime attraverso la fisicità delle forme e l'organizzazione dello spazio pittorico.


Il Ruolo del Manierismo nella Storia dell'Arte


Il manierismo, spesso visto come un movimento di transizione tra il Rinascimento e il Barocco, è in realtà una delle fasi più complesse e affascinanti della storia dell'arte. È un'arte che risponde a un periodo di crisi, di perdita di certezze, e che riflette l'ansia di un mondo che sta cambiando. Mentre il Rinascimento cercava l'armonia, l'equilibrio e l'ordine, il manierismo esplora il disordine, la complessità e l'ambiguità.


Pontormo e Rosso Fiorentino incarnano due facce di questa tensione. Pontormo, con il suo uso visionario del colore e le sue figure allungate e fluttuanti, esplora il lato più spirituale e metafisico del manierismo. Rosso Fiorentino, con le sue composizioni geometriche e drammatiche, mette in luce l'aspetto più fisico e terreno di questa ricerca artistica. In entrambi i casi, l'arte manierista non si accontenta di rappresentare il visibile, ma cerca di rivelare l'invisibile, esplorando le profondità dell'animo umano e i misteri della fede.


In conclusione, la Deposizione di Pontormo e quella di Rosso Fiorentino sono due capolavori del manierismo, che esprimono con intensità e originalità l'inquietudine spirituale del loro tempo. Entrambi gli artisti, pur seguendo strade diverse, offrono allo spettatore un'esperienza estetica ed emotiva profonda, che va oltre la semplice rappresentazione della realtà, spingendosi verso una dimensione più astratta e simbolica. Il manierismo, con la sua arte inquieta e sperimentale, rappresenta una tappa fondamentale nell'evoluzione dell'arte occidentale, preparando la strada per le straordinarie innovazioni del Barocco e oltre.


Suggerimenti


La Deposizione di Pontormo si trova nella chiesa di Santa Felicita, appena fuori dal Ponte Vecchio a Firenze. Alla data di settembre 2024, la chiesa è chiusa alla domenica e nei giorni festivi e aperta negli altri giorni dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 17:30.

La deposizione si trova nella cappella a destra all'ingresso; è necessario munirsi di numerose monete per accendere la luce (di breve durata) per il tempo necessario per contemplare l'opera.

La Deposizione di Rosso Fiorentino è l'opera principale della Pinacoteca di Volterra; gli orari aggiornati sono pubblicati sul sito della Pinacoteca; la visita alla Pinacoteca dura circa un'ora (insieme a Rosso Fiorentino si segnalano due pregevoli opere di Luca Signorelli e del Ghirlandaio); visitando Volterra suggerisco di comprare il biglietto cumulativo per Pinacoteca e Museo Etrusco, che contiene a sua volta alcune opere pregevoli.

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