Nazione: Brexit
Città: Londra
Data della visita: Novembre 2021
Durata della visita: un weekend
Mio giudizio: 10/10
Per la fine del mese di novembre di quest'anno avevo pianificato di fare una cosa che desideravo da un po' di tempo, avendola sempre procrastinata: vedere il foliage sull'appennino toscano. Appartamento prenotato: check. Scarpe da trekking nuove: check. Schede sd svuotate: check. Tutto era pronto, tranne il meteo. Per il weekend pianificato, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, uno dei posti migliori al mondo per vedere il foliage, erano previste tonnellate di acqua. Ho atteso fino all'ultimo sperando che il meteo cambiasse, ma niente... Così all'ultimo momento, a malincuore, ho dovuto cancellare e rassegnarmi a passare un weekend piovoso in casa. Poi, mentre facevo svogliatamente una call di lavoro, sfogliando internet ho trovato due biglietti aerei per Londra a 20 euro. Valigie, partenza ed ecco il resoconto di due giorni a Londra.
Devo dire innanzitutto che Londra è una città che conosco piuttosto bene; sommando il tempo che ci ho passato per studiare e quello passato in varie occasioi per turismo, è probabilmente la città dove ho passato più tempo dopo la mia città natale.
Ma Londra è una città che ha sempre qualcosa di nuovo da offrire, io sarà comunque 20 anni che non ci metto piedo e la mia attuale compagna non la conosce quanto me, per cui eccoci qua.
La partenza non è senza intoppi: ci sono ben 3 persone che non sono in regola con la documentazione Covid prevista dal più recente decreto italiano; il personale di volo si rifiuta di farli salire sull'aereo e loro strillano come forsennati tirando in ballo le più fantasiose teorie complottiste. Una hostess, con malcelata perfidia dice "una volta c'erano le agenzie di viaggio, oggi volete fare tutti i turisti fai-da-te e questi sono i risultati". Non ha tutti i torti, la new economy ha aperto tante opportunità per chi sa stare al gioco, ma è un attimo essere inghiottiti. Io fra me e me spero di essere in regola e di non finire nel misero gruppo dei reietti, ma fortunatamente riusciamo a salire sull'aereo.
Prima di partire consiglio di acquistare la Visitor Oyster Card. Su Internet è pieno di siti che fanno calcoli accurati e analisi di convenienza (rispetto alla Oyster Card); personalmente non sono stato a sottilizzare per pochi euro; la Oyster Card consente di atterrare a Londra ed essere subito liberi di muoversi su tutta la rete di trasporti; un weekend passa in fretta e la Visitor Oyster Card consente di risparmiare tempo prezioso.
All'atterraggio perdiamo comunque molto tempo per il Covid Test (Dio maledica i pipistrelli, i coronavirus e tutto ciò che ne consegue); è la prima volta in vita mia che atterro a London Stansted, pensavo che, come terzo aeroporto di Londra, le dimensioni fossero più contenute invece è comunque un aeroporto enorme e i controlli sono molto rigidi. Che cavolo, ho passato controlli aeroportuali trasportando di tutto, dalla cocaina agli organi umani passando per gli ordigni nucleari, nessuno mi aveva mai fatto tanti problemi per uno zainetto di attrezzatura fotografica! Superati, finalmente, tutti i controlli ci dirigiamo verso il centro di Londra per dedicare una mattina a camminare senza meta. Incredibilmente abbiamo rinunciato a un weekend italiano a causa della pioggia per trovare un tempo incantevole a Londra, bizzarrie del clima impazzito.
In modo abbastanza casuale finiamo in Connaught street, una zona decisamente high end di Londra; lungo la strada non si vedono altro che supercar parcheggiate e confesso di cominciare a sentirmi un po' a disagio per l'esibizione di tante smisurata ricchezza. Ci fermiamo a fare colazione in un grazioso ed eccellente caffè (Abasto) specializzato in cucina argentina, dove compriamo anche alcune empanadas per il pranzo.
Terminata la colazione proseguiamo nella direzione di Covent Garden passando per Regent Street; Londra ci si presenta in tutto il suo glamour.
Dopo qualche ora, decidiamo di passare il pomeriggio alla National Gallery. Ho già visitato la National Gallery in passato ma ogni volta resto strabiliato. Non sono solo le dimensioni del museo, per visitare il quale una giornata non è assolutamente sufficiente, ma quello che è stupefacente è la qualità media delle opere. Avendo poco tempo a disposizione abbiamo sostanzialmente limitato la nostra visita all'ala della pittura rinascimentale; con rarissime eccezioni, ogni singolo quadro esposto è una capolavoro assoluto e ciò che stupisce è anche la qualità eccelsa di conservazione delle opere. In molti grandi musei capita di vedere opere, magari importanti, che richiederebbero qualache restauro, oppure scelte tra le opere minori di qualche grande autore. Londra mostra i muscoli anche da questo punto di vista: la Battaglia di San ROmano di Paolo Uccello, il battesimo di Cristo di Piero della Francesca, Pisanello, Botticelli, Bronzino, Van Eyck, Carlo Crivelli, Cosmè Tura... ce n'è abbastanza da perdere la testa.
Terminata la rapida e splendida visita alla National Gallery ci attendeva la nostra soirée. La visita alla National Gallery infatti era motivata anche dalla prossimità a St. Martin in the Fields, dove avevamo prenotato due biglietti per il concerto serale al lume di candela. Ci siamo dunque rifocillati nella cripta di St. Martins con un the caldo in attesa del concerto. Se siete amanti della musica classica, saprete che il nome di St. Martin in the Fields è un'autorità in materia; moltissime tra le incisioni più importanti sono eseguite dalla Academy of St. Martin, che è una delle più prestigiose orchestre al mondo di musica da camera. L'orchestra è stata fondata da Neville Mariner e attualmente il direttore artistico è nientemeno che Joshua Bell.
Tra i meriti dell'Academy of St. Martin c'è il fatto di essere un'istituzione estremamente down to earth; i concerti si tengono nella chiesa di St. Martin, a Trafalgar Square; i prezzi dei biglietti sono relativamente modesti (32 sterline), ma soprattutto non è richiesto un particolare dress code, per cui un Introvert Traveler qualsiasi può tranquillamente atterrare a Londra e recarsi al concerto senza potarsi dietro lo smoking.
Purtroppo devo dire che, a dispetto delle mie alte aspettative il concerto è stato un po' deludente; il programma (le solite 4 stagioni di Vivaldi...) era quanto di più prevedibile, l'acustica all'interno della chiesa è mediocre, l'esibizione al lume di candela è più che altro una trovata commerciale, ma sopratutto la visibilità è pessima; io penso che il valore aggiunto del vedere un concerto di musica classica dal vivo sia la possibilità di vedere con i propri occhi l'esecuzione da parte dei musicisti, coniugare la manualità con i suoni, seguire gli sguardi dei musicisti che si inseguono negli inserimenti; se tutto questo viene a mancare perché dovete cercare uno scorcio in mezzo alle teste degli altri spettatori per vedere qualcosa, allora è meglio ascoltare un disco con le cuffie.
Ad ogni modo, avrei dovuto essere a casa a sorbirmi un weekend di pioggia e invece sono a Trafalgar Square ad ascoltare Vivaldi, potrebbe andare peggio....
Il giorno successivo lo abbiamo dedicato ad un'altra istituzione londinese: il British Museum. Diversamente dalla National Gallery, che avevo già visitato in modo approfondito, in passato ero stato solo una volta al British Museum per una visita superficiale, quando ero giovane, stupido e indifferente alla bellezza.
Questa è la parte in cui copio quello che ho già scritto riguardo alla National Gallery: il British Museum è un museo sbalorditivo, quello che stupisce non è solo la quantità ma anche la qualità delle opere esposte; capita di girare per i corridoi e di trovare opere che in qualsiasi altro museo sarebbero l'attrazione principale, messe lì quasi come se fossero soprammobili, tale è la qualità meida delle opere esposte.
Prima di dedicare qualche approfondimento ai pezzi forti, mi soffermo sulle aree principali. L'ala egizia è ovviamente una delle collezioni più rinomate; la stele di Rosetta è un'icona quasi quanto la Gioconda di Leonardo e così come al Louvre bisogna sgomitare per vedere Monna Lisa al British Museum gli occhi sono tutti per la superstar dell'archeologia egizia. Ma quello che stupisce è la qualità della fattura di tante opere non particolarmente note, che porta a riflettere su quale fosse il livello raggiunto dagli artisti di una civiltà così remota nel tempo.
Quello che mi ha sorpreso abbastanza è la sezione assira. Alzi la mano chi ha mai pensato alla cultura assira come a un picco nella storia dell'arte mondiale... eppure i bassorilievi del palazzo di Ninive sono tra le più grandi sorprese che ho avuto negli ultimi anni nel visitare un museo. La ricchezza e la varietà del racconto che si svolge lungo le pareti sono appassionanti come la visione di un film d'azione e gli effetti plastici e chiaroscurali dei rilievi sono stupefacenti, così come la stilizzazione dei soggetti.
Sorvolo sulle sezioni di arte greca e romana, che hanno ovviamente una serie di opere eccezionali (tralasciando il fatto che la sala delle metope del Partenone era chiusa a tempo indefinito per lavori di manutenzione...), limitandomi a pubblicare alcune foto e vengo a illustrare un po' più nel dettaglio tre opere sbalorditive che sono, ritengo, tra i maggiori tesori del British Museum.
Il primo capolavoro, nel mio personale ordine di importanza è il Vaso di Portland, un vaso di vetro a cammeo bicromo, datato tral'1 e il 25 DC. Personalmente non esito a definire il vaso di Portland una delle opere d'arte più straordinarie mai realizzate; non mi riferisco solo all'abilità tecnica della realizzazione di un'opera di tale finezza con una materia come il vetro, ma anche all'eleganza e perfezione dei soggetti, al gusto, al fascino del soggetto, che molti interpreti nel corso dei secoli hanno cercato di interpretare senza successo (si tratta dell'Imperatore Augusto? Oppure di Perseo?).
Ogni singolo dettaglio del vaso è semplicemente perfetto: le trasparenze del velo sul braccio della figura femminile seduta, la bellezza austera della stessa figura con le ciocche di capelli che cadono sul collo e la resa perfetta della torsione del corpo, il senso di profondità prospettica degli elementi architettonici, la muscolatura massiccia del giovane, che ricorda illustri esempi quali l'Ercole Farnese o il Torso Belvedere, la maestosità dell'uomo seduto, che non a caso ha fatto pensare all'imperatore Augusto, la perfezione michelangiolesca dell'uomo con la barba e non mi dilungo ulteriormente.
Il vaso è stato realizzato immergendo un primo strato di vetro blu ancora caldo in un secondo strato bianco; il vaso successivamente è stato modellato come si farebbe per un comune vaso di vetro; in seguito lo strato bianco è stato finemente cesellato; mi sembra di ricordare di aver letto da qualche parte una stima di due anni di lavoro...
Nel corso dei secoli sono stati fatti numerosi tentativi di riprodurre il vaso, ma sostanzialmente senza successo. Josiah Wedgwood realizzò delle copie in ceramica che, sia pure di ottima fattura, non si avvicinano in alcun modo all'originale in vetro. Esperti vetrai hanno provato a riprodurre il vaso senza avvicinarsi in alcun modo all'originale, che è perfetto anche sotto il punto di vista della qualità del vetro, pressoché privo di bolle d'aria.
Un secondo capolavoro è il cosiddetto gatto di Gayer-Anderson, una scultura in bronzo di un gatto a grandezza naturale realizzato in Egitto, presumibilmente tra il settimo e il quarto secolo avanti cristo. Anche in questo caso si tratta di un'opera che coniuga una tecnica realizzativa sopraffina con grande gusto estetico.
Da un punto di vista estetico, l'opera fonde perfettamente il realismo naturalistico con il simbolismo egiziano; da un lato, infatti, non sfuggirà a nessuno la verosimiglianza della statua; il gatto sembra quasi essere pronto a scattare, con la colonna vertebrale leggermente flessa, il peso impercettibilmente caricato sulle zampe anteriori e le scapole guizzanti; l'espressione del viso è quasi umana.
Il naturalismo dell'opera è evidente nell'asimmetria della statua, che si nota in particolare dalla vista posteriore. Malgrado il realismo naturalistico, l'opera aderisce perfettamente al simbolismo egiziano, replicando il profilo di tanti gatti visti nelle iscrizioni parietali dei templi egizi.
Il realismo dell'opera non deve indurre a darne per scontata la qualità; sul piano tecnico si tratta di un'opera straordinaria, la cui qualità emerge confrontandola con altre opere in bronzo dello stesso periodo come ad esempio il gatto in bronzo proveniente da Abusir e conservato sempre al British Museum.
Il gatto di Gayer-Anderson ha un fascino indescrivibile che cattura lo sguardo non appena si entra nella sala che lo ospita al British Museum.
Un ultimo commento; giusto alle spalle del vaso Portland c'è questo busto. Per anni, visitando i musei e osservando le statue con nasi e genitali mancanti, ho pensato che spesso le statue avessero volto e genitali danneggiati perché erano le parti più esposte. Poi ho letto questo libro di Catherine Nixey e ho scoperto che tutti reperti antichi che sono arrivati più o meno integri fino a noi, man mano che il mondo cattolico si espandeva ne hanno subito la censura. La distruzione del volto e dei genitali delle effigi era il primo sfregio che gli invasori cristiani perpetravano quando invadevano una città o un palazzo. Non dimentichiamo mai, quando parliamo di fanatismo, che non troppo tempo fa i fanatici eravamo noi.
Dopo la visita al British Museum il nostro weekend volgeva al termine, ma restava tempo per un aperitivo a Southbank. Southbank è una zona di mercati e locali a Sud di Londra, in prossimità del London Eye; è una zona giovane e chiassosa, dove la gente viene a fare festa e a divertirsi (e dove ho scoperto l'esistenza di un museo del British Film Institute che mi riservo di tornare a visitare). L'ideale per un aperitivo di saluto a Londra prima di ripartire.
Rispetto a quando frequentavo Londra da studente ho trovato una città molto migliorata; sicuramente la percezione cambia con l'età, ma quello che un tempo mi sembrava un dinosauro imbalsamato ora è una città più giovane, più moderna, più vitale, più pulita, con infinite prospettive. Mi spiegate di nuovo perché hanno dovuto fare la Brexit?
Alcuni consigli di viaggio
Abbiamo soggiornato da Claudia's Airbnb. Buona posizione, ospite perfetto. Claudia ha una bella biblioteca e chi legge certi libri non può essere una persona troppo cattiva.
Per rientrare all'aeroporto abbiamo preso un taxi: il tassista era puntuale, non parlava troppo (introvert approved!) e ascoltava pure musica classica!
Comments