Peter Godfrey-Smith, "Altre menti": recensione di un viaggio filosofico nel pensiero e nell'intelligenza del polpo
- The Introvert Traveler
- 8 giu
- Tempo di lettura: 3 min

Autore e titolo: Peter Godfrey-Smith – Altre menti. Il polpo, il mare e le origini profonde della coscienza
Sintesi: Un saggio filosofico-scientifico che ci invita a guardare l’intelligenza come pluralità evolutiva, e la coscienza come fenomeno non antropocentrico.
Per chi: Consigliato a chi cerca un dialogo autentico con l’alterità radicale della vita marina. Disclaimer: letto questo libro diventere obiettori di coscienza e rinuncerete per sempre a mangiare il polpo con patate e prezzemolo. Siete sicuri di voler scegliere la pillola rossa?
Voto: 5 / 5
Cosa accade quando la coscienza prende una strada evolutiva completamente diversa dalla nostra?
Nel mondo della divulgazione scientifica recente, pochi libri riescono a coniugare il rigore empirico con la profondità filosofica come Altre menti. Il polpo, il mare e le origini profonde della coscienza di Peter Godfrey-Smith (Adelphi, 2017). L’autore, filosofo della scienza e subacqueo appassionato, ci guida in un'immersione – non solo metaforica – nelle acque in cui è emersa una delle più singolari intelligenze del regno animale: quella dei cefalopodi, e in particolare dei polpi.
Un altro modo di essere intelligenti
La tesi centrale del libro è tanto semplice quanto vertiginosa: la coscienza non è un privilegio umano e nemmeno un’esclusiva dei mammiferi. Può emergere altrove, e lo ha fatto. Il polpo è un alieno evolutivo che ci guarda da un'altra traiettoria della storia della vita. È un animale mollusco, privo di scheletro, il cui ultimo antenato comune con noi risale a oltre 600 milioni di anni fa. Eppure, in qualche modo, è dotato di una forma di intelligenza flessibile, esplorativa, curiosa. Non meccanica, non riflessa, ma plasticamente creativa.
Godfrey-Smith si muove sul crinale tra biologia e fenomenologia: non si limita a descrivere le abilità del polpo (camuffamento mimetico, problem solving, uso di strumenti), ma si interroga su cosa possa significare "essere un polpo". La domanda husserliana per eccellenza – “Che cosa significa essere?” – viene qui posta a una creatura che vive senza ossa, con un cervello distribuito tra i tentacoli e con una vita brevissima (1–2 anni).
Il polpo come specchio evolutivo
Una delle intuizioni più potenti del libro è che l'intelligenza del polpo è parallela ma non derivativa rispetto alla nostra. Non è il risultato di pressioni sociali (come accade nei primati), ma dell'interazione con un ambiente mutevole e della libertà motoria data da un corpo flessibile, trasformabile, senza vincoli ossei. È come se la natura avesse condotto un esperimento parallelo, un’altra via per far sorgere qualcosa che assomiglia alla mente.
Godfrey-Smith ci racconta tutto questo con un linguaggio limpido ma non semplificato, intessendo dati neuroscientifici, descrizioni etologiche e riflessioni filosofiche. La sua voce è quella di un uomo che osserva con meraviglia, non quella di uno scienziato che "spiega" da una posizione di dominio.
Il mare come matrice della mente
Oltre al polpo, il protagonista del libro è il mare stesso, habitat primigenio della coscienza. Il mare non è qui solo sfondo ma condizione esistenziale: fluido, instabile, immersivo. L’autore, subacqueo esperto, scrive di incontri reali con i polpi come se si trattasse di dialoghi silenziosi tra alterità radicali. C'è in queste pagine una poetica dell’alterità: un continuo stupore davanti all’esistenza di forme di vita che pensano senza pensare come noi.
Una lettura necessaria per chi vuole comprendere la coscienza oltre l’umano
Altre menti è una lettura preziosa per chi è interessato alla filosofia della mente, all’etologia, alla biologia evoluzionistica, ma anche per chi cerca un’alternativa all’antropocentrismo esasperato della cultura contemporanea. È un libro che dialoga con le opere di Oliver Sacks, di Frans de Waal, e idealmente anche con Al di là delle parole di Carl Safina, ma con un tono più meditativo e un respiro più metafisico.
Non è un testo “militante”, ma il suo impatto etico è profondo: se creature così radicalmente diverse da noi possono sviluppare forme di soggettività, allora la mente non è un’esclusiva, ma una possibilità diffusa della vita. E forse il rispetto per gli altri esseri viventi dovrebbe fondarsi proprio su questa consapevolezza.
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