Com'è fare immersioni subacquee? E' divertente? E' pericoloso? Cosa c'è di divertente?
Sono passati alcuni mesi da quando ho raccontato la mia prima immersione nel mare della Toscana, a Cerboli, vicino all'Isola d'Elba. L'entusiasmo che avevo espresso in quell'occasione per questa nuova avvicente impresa non si è di certo esaurito, anzi non ha fatto che crescere, complici i mesi invernali (con il piccolo dettaglio di una pandemia globale) di forzata inattività.
Dopo il brevetto iniziale (Open Water Diver) sto proseguendo la mia attività per prendere l'ambito brevetto successivo, l'Advanced Open Water Diver, che mi aprirà le porte delle immersioni più blasonate. Infatti, non solo nella fascia di profondità tra i 18 e i 30 metri le cose si fanno più interessanti perché ci sono forme di vita marina che non si spingono in prossimità della superficie, ma per la maggior parte delle immersioni più belle in Italia (e nel mondo), è richiesto il certificato Advanced non solo perché per alcune immersioni più difficili tecnicamente è richiesta maggiore esperienza, ma anche perché a tutela dell'ambiente delle aree protette sono ammessi solo subacquei con una certa esperienza e padronanza dei propri movimenti.
In cosa consiste, quindi l'attività del subacqueo, e perché la trovo così entusiasmante?
Cominciamo con un'ovvietà, che però personalmente prima di iniziare il mio percorso avevo sottovaluto, o forse dato per scontata: la vita del subacqueo consente di vivere il mare in modo molto più diretto il che per me, che sono un amante del mare, non può che essere un grosso vantaggio. Come ho detto, la cosa può sembrare ovvia, ma prima di iniziare il mio percorso di formazione non avevo idea di come fosse strutturata la giornata del subacqueo, quanto fosse, ad esempio, il tempo dedicato alle immersioni e quali fossero le attività collaterali funzionali all'immersione.
La giornata tipica di immersione si svolge di solito in trasferta con un club; nulla vieta di organizzare in proprio un'escursione (molto difficilmente da soli, perché il sistema di coppia è una base dei protocolli di sicurezza delle immersioni ricreative), ma un po' per ragioni logistiche, un po' per dividere i costi che altrimenti diventerebbero piuttosto alti, le immersioni si fanno presso un diving club che organizza attrezzature, guide, imbarcazioni. Così, se sono di Milano e voglio immergermi all'Isola d'Elba, è possibile che io partecipi a un'escursione organizzata dal mio diving club milanese, oppure contatti qualche diving club all'Isola d'Elba per sapere che escursioni abbiano in programma per una determinata giornata.
La tipica giornata di un subacqueo ricreativo prevede due immersioni; è possibile arrivare a fare 3 immersioni in un giorno, soprattutto se si conclude una giornata con un'immersione notturna (esperienza sbalorditiva!) ma difficilmente si riesce a superare questo numero di immersioni. Se andate a fare immersioni in località amene come le Maldive, è possibile arrivare a fare fino a 4 immersioni al giorno, alle condizioni che dirò di seguito, tirando la corda al massimo per ammortizzare il più possibile l'opportunità e il costo di una trasferta che non si può fare tante volte nel corso di una vita.
Questo numero è dovuto a una serie di fattori; innanzitutto la capacità e durata delle bombole; un subacqueo esperto durante un'immersione consuma meno aria di un principiante, ma tendenzialmente un'immersione con una bombola da 15 litri non arriva a durare più di un'ora; l'immersione e la risalita comportano l'assorbimento di una determinata quantità di azoto da parte dell'organismo che deve disciogliersi naturalmente nel sangue prima di poter fare un'altre immersione; esistono pertanto delle regole che disciplinano la durata di una sosta di superficie tra un'immersione e un'altra, che normalmente non dura meno di un'ora; nel mezzo c'è tutta un'attività di vestizione, svestizione, preparazione, montaggio e smontaggio dell'attrezzatura che porta via del tempo; inoltre immergersi è faticoso, così come richiedono un po' di energie anche le attività collaterali (esempio il trasporto delle bombole); tra i livelli di certificazione dei subacquei più esperti esiste una certificazione per l'uso di una miscela d'aria particolare (il Nitrox) che consente di allungare il numero e la durata delle immersioni fino a toccare le quattro immersioni al giorno, ma io che per ora ho fatto solo una volta 3 immersioni in un giorno vi garantisco che al termine della giornata ero letteralmente stravolto dalla stanchezza. Ma una giornata estiva arriva ad avere 15 ore di luce e quindi cosa succede nelle altre ore? Ebbene, al netto delle attività collaterali (briefing prima dell'immersione, trasporti, spostamenti, vestizione, svestizione, montaggio e smontaggio dell'attrezzatura) si trascorre un bel po' di tempo in barca, e sono tante ore passate a ridosso di una scogliera a sentire l'odore del mare, a farsi cullare dalle onde (più o meno marcate), a prendere confidenza con il mare (anche quando mostra segni di nervosismo...) a scrutare la superficie dell'acqua per scorgere all'improvviso il salto di un pesce spada o la pinna di un delfino. Ebbene, tutto questo consente di entrare in contatto con il mare come forse solo chi possiede una barca può fare, ed è un aspetto che inizialmente avevo sottovalutato, focalizzato solo specificamente sull'immersione vera e propria.
Cos'altro è la subacquea? Io direi che è la cosa più affine alla meditazione che mi viene in mente. Un aspetto che mi affascinava inizialmente della subacquea era la prospettiva di trascorrere del tempo in un mondo (alieno) caratterizzato dal silenzio assoluto; sono piuttosto insofferente verso le tante forme di rumore che ci tormentano nella vita quotidiana, dal trillo continuo dei cellulari, al vicino di posto sul treno che strilla al telefono per decine di minuti parlando dei fatti propri noncurante degli altri passeggeri, al chiasso inopportuno in posti che richiederebbero l'astensione da suoni inutili, come musei o paesaggi naturali; Salvator Rosa diceva "aut tace aut loquere meliora silentio", che sarebbe come dire che di regola il silenzio è la condizione migliore, che può essere infranta solo per valide ragioni (per chi fosse appassionato come me al tema del silenzio, suggerisco questo libro). Del resto il famoso documentario di Jacques Cousteau che aprì gli occhi al mondo sulla subacquea non si chiamava proprio Il Mondo del Silenzio? Beh, devo dire che questa aspettativa è stata un po' frustrata; ok, la sotto non ci sono telefonini che squillano, né conversatori inopportuni intenzionati a coinvolgervi in una conversazione spicciola sulle previsioni meteo, ma ciò che turba il silenzio è il rumore dell'erogatore, che è piuttosto assordante! A ogni respiro, il rumore delle bolle di aria che escono dall'erogatore e scorrono in alto a lato delle orecchie è decisamente rumoroso, molto più di quanto aspettassi.
Per cui: +Mare: wow; -Silenzio: parziale delusione; ok non bisogna essere troppo pignoli, ma mi aspettavo qualcosa di diverso; resta comunque qualcosa di molto diverso da VIa Toledo a Napoli il sabato pomeriggio.
Quello che invece è stato piuttosto inaspettato è tutto ciò che riguarda il dominio di sé, che richiede una padronanza dei propri movimenti, un autocontrollo e una concentrazione che non mi aspettavo assolutamente. Dopo settimane e settimane di esistenza trascorse in acqua fin dalla prima infanzia con maschera e pinne a fare snorkeling, pensavo che la subacquea non sarebbe stato nulla di diverso, solo 20 metri più giù. Ovviamente mi sbagliavo; i subacquei esperti ripetono in continuazione una frase che inizialmente sembra un po' apodittica, ma si rivela sempre più vera man mano che si acquisice esperienza: "la subacquea è l'assetto", come ad affermare una vera e popria identità. Ma cos'è l'assetto? E' la capacità di mantenere una posizione neutra in acqua, indipendentemente dalla profondità a cui ci si immerge; in altri termini, indipendentemente dal trovarsi a una profondità di 10, 20 o 50 metri, la capacità di fluttuare in perfetta sospensione senza dover regolare la propria posizione con il movimento delle pinne, delle mani o la regolazione del GAV (il giubbotto gonfiabile). La capacità di mantenere un assetto perfettamente neutro è una delle principali caratteristiche che distinguono un subacqueo esperto da un novizio; la ragione per cui è così difficile mantenere un assetto neutro è che l'assetto varia in continuazione con il variare della profondità ed è determinato dalla concorrenza contemporanea di più di un fattore tra cui anche il respiro, perché ad ogni respiro i polmoni si espandono, aumentando il contenuto di ossigeno e quindi l'assetto. Il conseguimento dell'assetto neutro richiede quindi una perfetta padronanza del proprio respiro affine al tipo di respirazione che viene insegnata nei corsi di meditazione, oltre alla massima economia di movimenti, che si raggiunge solo con un'assoluta propriocezione.
La ricerca di questo stato di controllo del proprio respiro e dei movimenti del proprio corpo, in uno stato di immersione paragonabile a quella di un feto nel fluido materno, è straordinariamente rilassante, al punto che giungo ad apprezzare anche le noiose immersioni di formazione in piscina per l'apprendimento della tecnica.
L'importanza dell'assetto, e della tecnica piuttosto complessa necessaria per padroneggiarlo, nasce da tutta una serie di implicazioni che la tenuta di un assetto neutro ha sott'acqua: la padronanza dell'assetto consente di muoversi con padronanza senza travolgere gli altri subacquei, consente di non muoversi come un elefante in una subacqueria danneggiando i fondali e muovendo nuvole di sabbia e annientando la visibilità, ma soprattutto la padronanza dell'assetto è la prima forma di tutela contro il principale pericolo della subacquea. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il principale pericolo durante le immersioni non è affogare per esaurimento dell'aria (sì, in teoria può accadere e anche questa eventualità fa parte dell'addestramento, ma diciamo che è un'eventualità decisamente teorica), né precipitare negli abissi (anche questo teoricamente può accadere se si è particolarmente inesperti e maldestri, ma anche questa è un rischio più teorico che concreto); il pericolo reale che incombe sui subacquei inesperti, lo spauracchio che si racconta ai subacquei alle prime armi nelle serate di Halloween davanti a un falò, è la cosiddetta "pallonata". Il nemico principale del subacqueo è Archimede; se riflettete, pensando all'immagine di un subacqueo, tutta l'attrezzatura non è concepita per evitare che il subacqueo affoghi, ma per tenerlo giù, a forza di pesi e zavorre, perché come ci insegna il grande scienziato greco "un corpo immerso dentro l'acqua riceve una spinta dal basso verso l'alto" ed emergere troppo rapidamente, senza le necessarie soste di sicurezza o decompressione, è il pericolo maggiore, con le conseguenze potenzialmente letali di sovradistensione polmonare, malattia da decompressione ecc. Sennonché, se a 20 metri di profondità è la pressione dell'acqua a contrastare efficacemente il principio di Archimede, più ci si avvicina alla superficie e più la spinta verso l'alto diventa difficile da contrastare; ecco perché la padronanza dell'assetto è la prima, fondamentale capacità che un subacqueo deve acquisire.
L'ultimo aspetto positivo è quello più ovvio, cioè l'opportunità di scoprire mondi, paesaggi sommersi, specie animali e vegetali che altri possono vedere solo in video o fotografia.
E non dimentichiamo che il sapore di un boccale di birra alla fine della terza immersione di una giornata, ha un sapore sublime.
Per ora quindi la subacquea è una meravigliosa, avvincente, quotidiana scoperta.
Ovviamente la pratica della subacquea comporta anche dei rischi e dei pericoli ed è una pratica frequente da parte dei subacquei esperti, nelle lunghe ore di inerzia tra un'immersione e l'altra, raccontare ai novizi, come boyscout davanti al fuoco, storie dell'orrore in cui tutto quello che poteva andare storto ha rigorosamente seguito la legge di Murphy (un po' per prendersi gioco di loro, suppongo, ma anche per renderli più avveduti dei rischi). Ho già avuto modo di venire a conoscenza di più casi di subacquei che da grandi appassionati hanno improvvisamente interrotto la propria attività a causa di qualche incidente sufficientemente grave da indurre l'appassionato a mettere da parte la propria passione dall'oggi al domani, per cui il mio entusiasmo da neofita va valutato con l'opportuna obiettività e prudenza.
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